Comunicato stampa
“CRESCERE È UN DIRITTO, NON UN PRIVILEGIO”
Le Salesiane d’Italia, in occasione della Giornata nazionale dell’infanzia
e adolescenza, lanciano 4 proposte concrete per contrastare la povertà
educativa e il disagio giovanile
In occasione della Giornata nazionale per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, l’associazione “In Rete
con le Salesiane” che raggiunge ogni giorno oltre 86.000 minori e giovani con 90 centri giovanili, 180 scuole
e 52 centri di formazione, riafferma l’urgenza di mettere al centro delle politiche nazionali i diritti, i bisogni e
la piena partecipazione dei minorenni. La nostra azione, ispirata dal Sistema Preventivo di Don Bosco e Madre
Mazzarello, si basa sulla convinzione che ogni ragazzo abbia il diritto di crescere in un ambiente sano e
inclusivo.
Come rete educativa nazionale chiediamo che vengano messi al centro dell’impegno politico a tutti i livelli i
temi della povertà educativa, del benessere psico-relazionale e della partecipazione delle nuove
generazioni.
In Italia, oltre un quarto dei minorenni è a rischio povertà o esclusione sociale, con divari territoriali marcati
e maggiori vulnerabilità per famiglie monogenitoriali e con cittadinanza straniera. La dispersione formativa e
l’area dei NEET restano preoccupanti, mentre fenomeni come bullismo e cyberbullismo incidono sul clima
educativo e sulla salute mentale dei più giovani.
«La tradizione educativa salesiana ci chiede di “stare dove crescono i ragazzi: cortili, scuole, oratori, strade e
spazi digitali. Oggi la sfida è riattivare reti educanti che non lascino nessuno indietro», dichiara Sr. Mara
Tagliaferri, Presidente dell’associazione.
Davanti a noi vediamo nuove sfide decisive:
1. Povertà materiale ed educativa che si sommano.
Nel 2024 il 26,7% dei minorenni è a rischio di povertà o esclusione sociale, con picchi nel Mezzogiorno
e incidenze elevate nelle famiglie monogenitoriali; i minori con cittadinanza straniera presentano un
rischio superiore di oltre 20 punti rispetto ai coetanei italiani. La povertà materiale si traduce spesso in
povertà educativa, limitando apprendimenti, socialità e opportunità culturali. Milioni di minori in Italia
vivono in condizioni di povertà, con un impatto diretto sulla loro crescita e sul rischio di dispersione
scolastica. La mancanza di strutture e di personale qualificato nei territori più fragili riduce drasticamente
le possibilità di sviluppo integrale dei giovani, alimentando un ciclo vizioso di esclusione.
2. Fragilità relazionali, bullismo e rischi online.
Secondo l’ISTAT, il 21% dei ragazzi 11–19 anni riferisce episodi ripetuti di bullismo nell’ultimo anno;
studi recenti segnalano un aumento degli episodi di cyberbullismo nel 2024, con una platea molto ampia
di adolescenti coinvolti. Il benessere psichico e il clima di classe ne risentono, soprattutto tra i più giovani.
3. Percorsi formativi discontinui e giovani che non studiano né lavorano.
Pur in lieve miglioramento, l’Italia resta ai vertici UE per quota di NEET 15–29: 15,2% nel 2024, con
incidenze più alte tra le ragazze e nel Mezzogiorno. La transizione scuola-lavoro è fragile, l’orientamento
precoce ancora diseguale, e la certificazione delle competenze non formali è poco riconosciuta.
QUATTRO PROPOSTE CONCRETE perché ogni bambino e bambina possa vedere riconosciuto il
proprio diritto a crescere in modo sano e positivo:
1. Patti educativi territoriali stabili (scuola–terzo settore–parrocchie–comuni)
Attivare e finanziare presìdi educativi di prossimità pomeridiani nei quartieri a maggiore deprivazione
(studio assistito, sport, arte, musica, laboratori STEAM e life skills), con équipe miste educatori-docentivolontari e budget triennali vincolati a obiettivi misurabili su frequenza, esiti scolastici e benessere e
prevedere un fondo nazionale per le reti educanti che premi la co-progettazione con gli enti del Terzo
Settore e la continuità annuale delle attività (è necessario superare i progetti “spot”).
2. Benessere e sicurezza digitale
Attivare e potenziare, dove presenti, in ogni scuola secondaria, sportelli di ascolto psicologico integrati
con percorsi di educazione digitale (uso consapevole, cittadinanza online, prevenzione di
bullismo/cyberbullismo, gestione dei conflitti) ed un monitoraggio annuale degli indicatori di clima di
classe.
3. Orientamento fin dai primi anni di crescita e riconoscimento delle competenze
Introdurre in modo sistematico, fin dalla primaria, laboratori di orientamento con tutor educativi e visite
esperienziali; rafforzare i tirocini formativi di qualità negli ultimi anni delle superiori.
Rendere esigibile per i giovani un Passaporto delle Competenze che certifichi apprendimenti non
formali e informali (volontariato, oratori, sport, service learning), collegandolo agli strumenti europei di
riconoscimento (EQF/Europass) per facilitare l’accesso a formazione post-diploma e lavoro.
4. Valorizzazione dei luoghi dell’educazione informale
Sviluppare e sostenere l’azione educativa di centri e spazi di aggregazione e inclusione – come gli oratori
e centri giovanili, i luoghi ricreativi – luoghi fondamentali per la crescita integrale di bambini, adolescenti
e giovani e che pongono particolare attenzione alla dimensione relazionale, all’educazione alla pace ed alla
solidarietà
Il nostro impegno
“In Rete con le Salesiane” opera con scuole, formazione professionale, oratori e centri giovanili, opere
sociali in tutta Italia, soprattutto nelle periferie educative, per accompagnare i ragazzi nella crescita
integrale. Chiediamo a istituzioni nazionali e locali, fondazioni e imprese di scommettere sui giovani con
investimenti pluriennali, valutazione d’impatto e regìa condivisa delle politiche educative (Sr. Mara
Tagliaferri, Presidente dell’associazione).
CONTATTI STAMPA
Ufficio comunicazione – In Rete con le Salesiane
Email: inreteconlesalesiane@gmail.com – Cell. 340 1167469 – Tel. 06 87657572
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L’associazione “In rete con le Salesiane” è una rete educativa nazionale che raggiunge ogni giorno più di
86.000 minori e giovani con il supporto di 770 volontari e oltre 3.400 operatori retribuiti (formatori, docenti,
educatori). Fanno parte della rete 85 centri giovanili, 52 centri di formazione e sportelli di servizi al lavoro,
180 scuole, 12 comunità e case famiglia, 37 associazioni di volontariato
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