3 Dicembre: Giornata Mondiale della Disabilità

Giornata Mondiale della Disabilità: un invito a guardarci negli occhi

Il 3 dicembre il mondo si ferma un momento, giusto il tempo necessario per ricordare qualcosa che spesso dimentichiamo: la disabilità non è una condizione distante, né un limite da compatire. È parte della nostra umanità, un’espressione della straordinaria diversità con cui ogni persona abita il mondo.

Questa giornata non parla solo di barriere architettoniche, ma anche e soprattutto  di quelle invisibili: lo sguardo che esclude, la parola che ferisce, il silenzio che ignora. Parla della fatica di chi lotta per essere visto, ascoltato, rispettato. Ma parla anche della forza immensa di chi ogni giorno trasforma difficoltà in possibilità, fragilità in coraggio.

Celebrare la Giornata Mondiale della Disabilità significa riconoscere che l’inclusione non è un favore: è un diritto. E che una società più accessibile non migliora la vita solo di chi ha una disabilità, ma di tutti.

Perché la vera disabilità è non riuscire a vedere l’altro per ciò che è: una persona, intera e piena di valore.

 

Più Investimenti nel Para – Sport; più accesso e più inclusione

Quando lo sport apre davvero le porte

Nel mondo di oggi spesso chiuso dietro barriere invisibili  lo sport per le persone con disabilità ha un potere profondo: quello di trasformare vite, abbattere pregiudizi, creare inclusione. È con questo spirito che International Paralympic Committee (IPC), dal palco del Forum internazionale organizzato da UNESCO a Santiago del Cile, lancia un appello forte e chiaro: i governi devono aumentare gli investimenti nel “para-sport”. Lo fa per ricordarci che lo sport non è un privilegio riservato a pochi, ma un diritto di tutti  e che, per molte persone con disabilità, rappresenta uno strumento di emancipazione, fiducia in sé, socialità. Come sottolineato da Kristina Molloy, Deputy CEO dell’IPC, il “para-sport” è un driver di inclusione e di cambiamento sociale.

Eppure, nonostante la sua forza trasformativa, la strada è lunga: ad oggi, un bambino su tre con disabilità non ha accesso all’educazione fisica. Un dato che parla chiaro: non basta volerlo serve intervenire concretamente.

Per questo l’IPC, in collaborazione con UNESCO e altri attori internazionali, propone una roadmap concreta per garantire: infrastrutture sportive accessibili, tecnologie assistive, formazione di insegnanti e allenatori sensibili all’inclusione, ed equità nella rappresentazione mediatica. Più investimenti significa più palestre accessibili, più allenatori formati, più opportunità di partecipazione  ma anche un segnale forte: che la società riconosce valore e dignità ad ogni persona, al di là delle sue abilità.

In Italia, in questi mesi, si parla sempre di più di “sport per tutti”: nuove strutture, sinergie pubblico-private, progetti per promuovere attività fisica anche nei piccoli centri. Serve però uno sforzo sistematico, una volontà reale e concreta, non solo parole.

In un momento storico in cui lo sport può diventare volano di coesione sociale, non possiamo permetterci di lasciare indietro nessuno: il para-sport non è un di più, ma una priorità perché lo sport è umano, e l’umanità è per tutti.

Ruotiamo insieme per la libertà: quando lo sport supera le barriere

RUOTIAMO INSIEME PER LA LIBERTÀ 

Sabato 22 novembre 2025, presso il Centro Sportivo A. Montagna de La Spezia, si è vissuta una mattinata di luce, unione e speranza grazie all’evento Ruotiamo insieme per la libertà, organizzato dal Panathlon Distretto Italia in collaborazione con MaratonAbili e numerose associazioni del territorio. Dieci giri di pista, percorsi con cuore e determinazione, che hanno sancito non una gara… ma un abbraccio collettivo tra abilità diverse.

In un gesto semplice ma potentissimo, Adele D’Ippolito, spinta da Giulio Civitella (vicepresidente dei MaratonAbili), ha attraversato la pista su una carrozzina speciale: una scena simbolica che racconta quanto lo sport possa diventare strumento autentico di libertà, partecipazione e dignità.

L’iniziativa ha visto unire tanti volti e tante realtà: associazioni sportive, istituzioni locali, fondazioni, enti come il Comitato Italiano Paralimpico, il CAI Club Alpino Italiano, la Fondazione Telethon, club storici come la Canottieri Velocior 1883, progetti culturali e tanti volontari che hanno deciso di correre letteralmente insieme.

Per molti, “Ruotiamo insieme per la libertà” non è stata solo una mattinata di sport: è stata la dimostrazione concreta che quando c’è cuore, altruismo e comunità le differenze non dividono: uniscono. Un impegno vero, all’insegna dell’uguaglianza e dell’inclusione! Con questo articolo spero di portare su Abileconte.it lo spirito coraggioso e contagioso di “Ruotiamo insieme per la libertà”  perché storie come questa meritano di essere raccontate: sono fari che mostrano come lo sport possa liberare, unire, dare voce a chi spesso viene dimenticato.

 

Il Simbolo delle Paraolipiadi Invernali Cortina 2026

Il cuore che si muove: il significato profondo del simbolo paralimpico.

Tre curve. Tre colori. Un abbraccio in movimento.
Il simbolo delle Paralimpiadi non è soltanto un marchio: è un battito. Un battito che appartiene a chi non si arrende, a chi trasforma gli ostacoli in possibilità, a chi ogni giorno riscrive la propria idea di limite. I tre segni arcuati  chiamati Agitos, dal latino agito, “mi muovo” danzano nello spazio come scie di energia. Il rosso, il blu e il verde non sono scelti a caso: sono i colori più diffusi nelle bandiere del mondo, perché il messaggio della Paralimpiade non conosce confini. Sono tre slanci che sembrano rincorrersi, avvicinarsi, sostener­si, proprio come fanno gli atleti paralimpici nelle loro storie di coraggio.

Gli Agitos formano un cerchio incompleto, simbolo perfetto dell’essere umano: mai davvero finito, mai davvero definito. Sempre in movimento, sempre in evoluzione. È un invito a guardare oltre ciò che appare, a riconoscere la forza interiore che muove ogni gesto, ogni scelta, ogni conquista. Il simbolo delle Paralimpiadi racconta che il valore più grande non è arrivare primi, ma andare avanti.
Andare avanti quando sembra impossibile. Andare avanti quando il mondo ti guarda con stupore, con ammirazione, con quel silenzioso rispetto che nasce solo davanti all’autentica grandezza.

In quel segno che vibra sotto le parole Milano Cortina 2026 c’è tutto:
la determinazione, la creatività, la resilienza, l’orgoglio di chi affronta la vita come una pista da percorrere, non da temere. Le Paralimpiadi non celebrano solo lo sport.
Celebrano l’essere umano nella sua forma più luminosa:
quella che brilla quando supera se stesso.