La scelta delle parole da utilizzare per riferirsi alle persone con disabilità è un argomento dibattuto e soggetto a preferenze personali. Alcune persone preferiscono il termine “persone con disabilità” poiché mette l’accento sulla persona prima della condizione, sottolineando la centralità dell’individuo rispetto alla sua disabilità. Altre persone preferiscono utilizzare il termine “personediversamente abili” per sottolineare le varie abilità e potenzialità presenti in ciascun individuo, indipendentemente dalla presenza di una disabilità.
Quando ci riferiamo alle persone con disabilità, è fondamentale mettere al centro la loro condizione umana e trattarle con la gentilezza e il rispetto che meritano. Quindi, anziché definirle semplicemente con l’etichetta di disabili o diversamente abili, possiamo considerarle persone uniche, con talenti, bisogni e esperienze individuali.
Vivere con un familiare diversamente abile rappresenta un’esperienza profondamente coinvolgente e ricca di sfide emotive.
La convivenza con un familiare diversamente abile può presentare sfide quotidiane, come la gestione delle necessità specifiche del caro, l’organizzazione di cure e terapie, e la navigazione delle emozioni complesse che possono emergere. Tuttavia, questa esperienza offre anche un’opportunità straordinaria di crescita personale e di solidarietà familiare.
Amore incondizionato, gratitudine per le piccole gioie quotidiane, ma anche frustrazione, paura e preoccupazione sono solo alcune delle emozioni che i membri della famiglia possono sperimentare. È importante riconoscere e affrontare apertamente queste emozioni per favorire un clima di comprensione e sostegno reciproco.
Vivere con un familiare diversamente abile può essere un viaggio emozionante e significativo, caratterizzato da momenti di gioia, crescita e connessione profonda. Attraverso la consapevolezza delle proprie emozioni, il supporto reciproco e la resilienza familiare, è possibile affrontare le sfide con determinazione e amore incondizionato.
Questa era la mia sedia a rotelle, è stata il mia auto, la mia moto e le mie gambe. Non è facile accettarla e accettare i limiti che ne derivano. Oggi sono una persona fortunata perché ho avuto la forza e la fortuna di riprendere in mano la mia vita anche fisicamente e dedico questo articolo a tutti i diversamente abili e a tutte le persone che si prendono cura di loro. Un abbraccio speciale a queste Famiglie Straordinarie
Abileconte.it è un Blog di disabilità a 360 gradi, conosco il suo fondatore e lo spessore della sua storia. Ho voluto anche io dare il mio contributo perché la disabilità non è solo un aspetto fisico di una persona, ma il suo fondatore vuole mettere in risalto tutte quelle storie di rilancio e di successo di persone in difficoltà e di terze persone che direttamente o indirettamente sono a contatto con questa realtà che dona grandi emozioni
Lavorare in una comunita di recupero è più di un lavoro è una missione, un impegno profondo nel dare speranza e supporto a coloro che hanno bisogno di una mano. È un privilegio e una grande responsabilità che porta con sé una serie di emozioni intense, e allo stesso tempo offre l’opportunità di poter fare la differenza nella vita di una persona ogni singolo giorno.
È un’esperienza profondamente gratificante e stimolante. Nel cuore di una comunità di recupero c’è la Resilienza, la Compassione e la determinazione di un team dedicato che lavora instancabilmente per fornire un ambiente sicuro e di sostegno per coloro che lottano con dipendenze e altre difficoltà. Ogni membro del team svolge un ruolo fondamentale nel fornire cure personalizzate, programmi di trattamento mirati e un sostegno emotivo essenziale
.Lavorare in una comunità di recupero significa essere testimoni di storie di speranza, di trasformazione e di rinascita. Significa celebrare ogni piccolo passo avanti, ogni successo e ogni vittoria, pur piccola che possa sembrare. Ma significa anche affrontare momenti di sfida, di tristezza e di frustrazione, poiché il cammino verso la guarigione non è mai lineare e richiede impegno costante da parte di tutti coloro che sono coinvolti.
Art-Labor è la comunità di recupero di Foggia dove presto servizio, dove metto le mia sensibilità umana a disposizione per il prossimo, e per me non è solo un lavoro. È una famiglia. Ringrazio la Direttrice e tutti i miei colleghi perché sin dal primo giorno mi hanno coinvolto in questo progetto e mi hanno dato la possibilità di rilancio personale in un periodo di difficoltà. Ho conosciuto un mondo che per me era lontano anni luce, e oggi ne apprezzo le gioie e le difficoltà di tutti giorni. Non nascondo che nel processo di umanizzazione del prossimo oggi mi sento migliorato anche io, come Donatello, come zio, come amico e come persona.
Ringrazio di vero cuore Abileconte.it per il sostegno e per avermi regalato questa bellissima esperienza
Comunicare in una comunità di recupero non è facile ma è molto gratificante, di fronte hai persone con molte fragilità che stanno affrontando problemi di dipendenza o comportamenti compulsivi. Questi disagi li definisco disabilità sociali, la persona perde il vero valore della vita e il senso del suo significato. Il lavoro degli operatori è fondamentale per aiutare i residenti a superare le loro debolezze, dipendenze e a ricostruire la loro vita.
Per affacciarsi in questo contesto è importante avere empatia, pazienza e molta comprensione. È importante stabilire rapporti di fiducia e creare un ambiente che li supporti.
Papà’ la mia prima Stella sei tu. Dad my first thought is you
Frase che ha ed ha avuto un forte impatto nella mia vita. Ho deciso di dedicare a lui la mia rinascita, la mia nuova vita. Tutti abbiamo una persona che ci veglia dall’alto o una persona a cui ci ispiriamo.
Questo concetto cerca di trasmettere alle persone che vivono momenti o in contesti difficili, un modello a cui ispirarsi o per cui sacrificarsi. Non c’e’ niente di più bello che poter riprendere in mano la propria vita soprattutto per il bene di se stessi e per il bene dei nostri cari o per una persona a cui vogliamo bene
Di recente sono stato invitato presso la comunità ART-LABOR a raccontare la mia storia e per presentare il mio libro (La mia forza e la miadebolezza), invece oggi quei stessi ragazzi hanno voluto donarmi parte del loro vissuto. Raccontarmi alcune delle loro storie anche burrascose, non è affatto facile ed e’ stato un atto di estrema generosità. Un opportunità di crescita per tutti. Molti di loro non hanno avuto l’opportunità di scegliere quale stile di vita avere e oggi si trovano a dover intraprendere un percorso riabilitativo. Un ruolo essenziale e fondamentale è svolto dalle comunità di recupero, strutture troppo spesso sottovalutate per l’importanza del ruolo che svolgono per l’intero tessuto sociale e per il recupero delle persone che vi risiedono. Un grazie speciale alla comunità Art-Labor
Ci sono gioie e dolori nella vita che non posso essere vissuti da solo, è nella condivisione che troviamo la vera pienezza della vita