Esclusione sociale vuol dire allontanare volontariamente e senza una valida motivazione un soggetto da un gruppo. Chi esclude ritiene l’esclusione non conforme a certe caratteristiche fisiche o poco affine a tratti distintivi del gruppo. E la diversità quale fonte di ricchezza non ha più ragione di esistere? La logica sottesa all’esclusione sociale è priva di fondamenti etici.
A chi esclude si dovrebbe mostrare il quadro di Oliviero Toscani risalente al 1996 raffigurante tre cuori. Sotto ogni cuore è apposta una scritta diversa. Si legge White, Black e Yellow.
Non vi è alcuna differenza tra le persone. Apparteniamo tutti alla stessa razza umana
Con questo articolo vogliamo ringraziare un nuovo amico di Abileconte: Alexey Nikitin. Recentemente abbiamo avuto il privilegio di incontrare Alexey, un ragazzo straordinario che vive con una disabilità. Il nostro incontro è stato un’esperienza illuminante che ha aperto i nostri occhi a una nuova prospettiva sulla vita e sull’inclusione.
Stare al suo cospetto ci ha riempito di ammirazione e profonda umiltà. Inoltre, il suo sorriso contagioso e la sua capacità di trovare la bellezza anche nelle piccole cose, ci ha insegnato a cogliere il positivo anche nelle situazioni più complesse. Abbiamo imparato che il vero coraggio non risiede nella mancanza di paura, ma nell’affrontare le proprie paure con determinazione e dignità, proprio come fa Alexey ogni giorno.
Prossimamente con Alexey ci rincontreremo per un intervista dove ci svelerà il suo Senso della Vita e la sua Leggerezza
Francesco come aveva promesso oggi si è recato presso la comunità Art-Labor di Foggia per parlare della sua vita. Con grande forza e coraggio ha affrontato un Aneurisma Celebrale quando aveva soli 37 anni mentre cn il suo ruolo da Manager lavorava per una famosa catena di abbigliamento, provando a disegnare la sua vita con passione e sacrificio.
Dopo aver affrontato parecchi interventi chirurgici e un lungo periodo di riabilitazione, Francesco ha svoltato in modo sorprendente la sua vita. Le sfide incontrate lo hanno portato ad apprezzare ogni singolo istante e a trovare nuove prospettive sul senso della vita.
Ho avuto modo di conoscere personalmente Francesco e oggi è un esempio vivente di resilienza e positività. Ha avviato un progetto di sensibilizzazione sull’importanza della salute cerebrale e prova ad ispirare e incoraggiare molte persone con la sua storia di sopravvivenza e rinascita.
La sua storia mia ha molto colpito perché nessun medico al tempo dei fatti nutriva speranze positive di vita per il nostro amico Francesco per via delle disperate condizioni di salute con cui arrivò in ospedale.
Francesco continua a non arrendersi e culla il sogno di trovare un lavoro, ultimo gradino della sua immensa scalata. La sua storia certamente insegna che all’orizzonte c’è sempre la possibilità per una nuova alba.
La scelta delle parole da utilizzare per riferirsi alle persone con disabilità è un argomento dibattuto e soggetto a preferenze personali. Alcune persone preferiscono il termine “persone con disabilità” poiché mette l’accento sulla persona prima della condizione, sottolineando la centralità dell’individuo rispetto alla sua disabilità. Altre persone preferiscono utilizzare il termine “personediversamente abili” per sottolineare le varie abilità e potenzialità presenti in ciascun individuo, indipendentemente dalla presenza di una disabilità.
Quando ci riferiamo alle persone con disabilità, è fondamentale mettere al centro la loro condizione umana e trattarle con la gentilezza e il rispetto che meritano. Quindi, anziché definirle semplicemente con l’etichetta di disabili o diversamente abili, possiamo considerarle persone uniche, con talenti, bisogni e esperienze individuali.