Progetto Concertante: Progetto didattico sperimentale ispirato a “El Sistema” di Antonio José Abreu

MusicaInGioco lancia il Progetto “Concertante”: un nuovo laboratorio per l’inclusione attraverso la musica

 

 Restituire fiducia, costruire comunità, educare alla bellezza. Con questi obiettivi Musicaingioco presenta “Concertante”, un nuovo laboratorio musicale gratuito rivolto a bambini e ragazzi dai tre anni in su senza limiti di età ma con priorità a persone diversamente abili e con fragilità sociale, in partenza da novembre 2025 . Si comunica che sono aperte le iscrizioni gratuite al progetto di MusicaInGioco “Concertante”, finanziato da Puglia Culture e Regione Puglia, Fondo Speciale Cultura ex art. 15 della L.R. n.40/2016 e s.m.i./ANNO 2025, che, in collaborazione con i Comuni di Adelfia e di Mola di Bari, prevederà laboratori gratuiti d’orchestra (7-12 anni), di band (13-30 anni), di orchestra di chitarre (senza limiti di età) o di coro (senza limiti di età) e di orchestra dei fanciulli “Mario Gargiulo” (3-6 anni). Per iscriversi o per info inviare una e-mail a musicaingioco@gmail.com o un messaggio whatsapp al 3896564438.
Gli strumenti orchestrali disponibili, che saranno dati in comodato d’uso gratuito, sono: violino, viola, violoncello, contrabbasso, flauto traverso, oboe, clarinetto, sax, tromba, trombone, corno, percussioni. Lo strumento sarà individuato dai docenti MusicaInGioco, previa disponibilità dello stesso, su indicazione di preferenza del minore.
I posti disponibili sono limitati e sarà data priorità a persone con fragilità e/o diversa abilità e, a seguire, alla tempestività della richiesta. Altre info www.musicaingioco.net Il progetto nasce per offrire a tutti, anche a chi non ha mai avuto accesso a un percorso artistico, la possibilità di avvicinarsi alla musica e di far parte di un’orchestra inclusiva.“ Ogni strumento è una voce, e ogni voce merita di essere ascoltata” – spiega Andrea Gargiulo, fondatore di MusicaInGioco. – Attraverso la pratica musicale collettiva, i ragazzi imparano non solo a suonare, ma anche a conoscersi, a rispettarsi e a costruire insieme un linguaggio comune fatto di armonia e ascolto reciproco. Il laboratorio si ispira al modello pedagogico de “El Sistema”, sviluppato in Venezuela da José Antonio Abreu e riconosciuto a livello internazionale per la sua efficacia nel contrasto alla povertà educativa. Durante gli incontri, i partecipanti saranno coinvolti in attività orchestrali e corali, guidati da educatori e musicisti professionisti.
L’obiettivo è creare un contesto accogliente dove ogni ragazzo possa esprimersi liberamente, sviluppando competenze musicali e sociali allo stesso tempo. Da oltre dieci anni, MusicaInGioco è un punto di riferimento in Italia per l’educazione musicale ad alto impatto sociale.
L’associazione utilizza la musica come strumento di inclusione, promuovendo progetti in contesti difficili e collaborando con scuole, enti locali e fondazioni.
Numerose le testimonianze di giovani che, grazie alla musica, hanno trovato un nuovo equilibrio, rafforzato l’autostima e scoperto il valore del lavoro di gruppo.

“Suonare insieme significa sentirsi parte di qualcosa di più grande” – aggiunge Gargiulo – “È un messaggio potente, soprattutto per chi spesso si sente escluso o invisibile”. 

Per candidarsi è sufficiente compilare il modulo online sul sito ufficiale www.musicaingioco.net oppure inviare una mail a info@musicaingioco.net.


Contatti 
📧 info@musicaingioco.net
🌐 www.musicaingioco.net

Abileconte.it incontra la città di Ladispoli

Ladispoli: una città che sa ascoltare davvero

Ci sono notizie che scaldano il cuore, che ti fanno pensare: “Ecco, questa è la direzione giusta.”
Nei giorni scorsi ho avuto modo di leggere una risposta del Comune di Ladispoli che mi ha colpito profondamente. In un’Italia dove spesso l’accessibilità rimane solo una parola nei documenti, qui ho trovato un’amministrazione che si muove, che ascolta e soprattutto che agisce. Ladispoli sta lavorando al rifacimento del lungomare e dei marciapiedi centrali, introducendo pedane per persone con disabilità. Può sembrare un dettaglio tecnico, ma non lo è affatto.
Ogni barriera architettonica rimossa è un piccolo gesto di libertà, un passo verso una città che appartiene davvero a tutti. Immagino la sensazione di poter passeggiare sul lungomare senza ostacoli, con la stessa serenità e spontaneità di chiunque altro: è questo il senso profondo dell’inclusione.

E poi c’è la spiaggia inclusiva, pensata per accogliere persone con disabilità. Uno spazio accessibile, attrezzato e accogliente. Perché il mare, il sole, il relax estivo non devono essere un privilegio per pochi, ma un diritto condiviso. Mi piace pensare che ogni ombrellone, ogni passerella, racconti un’idea diversa di comunità: una comunità che non esclude, ma abbraccia.

Tra le iniziative che più mi hanno emozionato c’è il servizio E-Lisir, un sistema di videointerpretariato LIS da remoto.
Grazie a questa tecnologia, una persona sorda può comunicare in piena autonomia con una persona udente, superando una delle barriere più grandi: quella della comunicazione. Il servizio è già attivo in farmacie, biblioteca, uffici comunali e Polizia Locale. Significa che chiunque, entrando in questi luoghi, può finalmente sentirsi parte di una città che lo comprende. E questo, credetemi, fa la differenza.

Non è solo un titolo: è un impegno. Con il progetto “Ladispoli, una città che sa ascoltare”, il Comune ha voluto ribadire un messaggio potente: ascoltare non è solo sentire, ma capire, accogliere, costruire insieme.
In un’epoca in cui si parla tanto di inclusione ma si fa ancora poco, vedere azioni concrete come queste regala speranza e fiducia. E come ogni bella storia, anche questa è raccontata da chi la vive: una persona con disabilità ha ideato e realizzato un video per mostrare queste iniziative. È una testimonianza autentica, che merita di essere vista e condivisa (link al video).

https://www.facebook.com/reel/1150479917145959/

Quando leggo di progetti così, mi sento orgoglioso.
Orgoglioso di vedere che esistono città che scelgono di costruire ponti invece di muri, di ascoltare invece di ignorare, di includere invece di dividere. Perché una città inclusiva non è solo più accessibile: è più umana. E Ladispoli, con queste iniziative, ci sta ricordando che l’umanità si costruisce con gesti concreti, ogni giorno.

Savona: una città che abbraccia l’inclusione

Dove le differenze diventano risorse e la comunità cresce insieme

Savona, affacciata sul mare della Liguria, è una città che non smette mai di guardare avanti. Le sue onde lambiscono non solo le spiagge, ma anche i cuori di chi ogni giorno si impegna a costruire un luogo più giusto, più accessibile e più umano. Qui, tra vicoli che raccontano storie di mare e piazze dove si intrecciano sguardi e sorrisi, prende vita una Savona che vuole essere per tutti, davvero per tutti. Negli ultimi anni, Savona ha intrapreso un percorso concreto verso una città inclusiva, dove il concetto di disabilità non è un limite. Il Comune, insieme ad associazioni, scuole, enti del terzo settore e cittadini, ha costruito una rete che mette al centro le persone, con le loro potenzialità, i loro sogni, le loro esigenze. Progetti dedicati alla mobilità accessibile, percorsi sensoriali, attività sportive inclusive, esperienze artistiche e turistiche adattate stanno trasformando Savona in un laboratorio di buone pratiche. Qui l’inclusione non è solo una parola, ma un modo di vivere, un gesto quotidiano, una scelta collettiva.

Molteplici sono i progetti attivi in città e che rendono Savona una città in cammino verso una città per tutti. Voglio ricordare alcuni progetti. Progetto Peba: un piano per eliminazione delle barriere architettoniche per tutti, piano innovativo perché non considera solo le forme di disabilità tradizionali ma tieni in considerazione anche le forme di disabilità intellettive. Questo progetto coinvolte direttamente le associazioni, la consulta dell’inclusione. Progetto Lo Scaletto senza scalini simbolo dell’inclusione al mare, trasforma la spiaggia libera in uno spazio balneare accessibile a tutti. Un luogo dove la libertà del mare incontra la libertà delle persone. Ci sono realtà come Bandiera Lilla. Essere Bandiera Lilla significa avere il coraggio di cambiare.
Savona è il primo capoluogo ligure a ottenere questo riconoscimento, per i suoi passi concreti verso una città accessibile, Savona dimostra che il turismo può essere davvero per tutti. Progetto Jet-Ski Therapy: l’emozione di volare sull’acqua. A Savona anche l’adrenalina diventa inclusiva, grazie alla Jet-Ski Therapy di Fabio Incorvaia, campione e cuore grande. Su una moto d’acqua speciale, persone con disabilità vivono la magia del mare in corsa: il vento sul viso, l’acqua che danza, la sensazione di poter tutto. Un’esperienza che “rompe l’armatura della disabilità”, che libera emozioni, che trasforma la paura in forza e la diversità in energia pura.

Questi sono solo alcuni progetti e realtà della città di Savona. Savona non è perfetta, ma migliora ogni giorno, cammina al fianco di chi ha bisogno, e impara da chi vede il mondo da un’altra prospettiva.

E così, passo dopo passo, progetto dopo progetto, Savona sta diventando una città dove l’inclusione non è un sogno, ma una realtà quotidiana.

Discesa Liberi: il coraggio di lanciarsi oltre la paura

Discesa Liberi

C’è un momento, in ogni vita, in cui il mondo si ferma. Un attimo sospeso tra la paura e la libertà, tra la vetta e la discesa.
È lì che nascono i veri “liberi”: coloro che scelgono di lanciarsi, anche quando il vento fischia forte, anche quando la neve sembra più dura delle proprie certezze.  Discesa libera è una metafora potente, un grido che attraversa i muscoli e l’anima. E quando gli sci affondano nella neve e la velocità ti strappa il respiro, senti che non esiste più paura, ma solo presenza. Solo vita.

Scendere liberi significa accettare di perdere un po’ di controllo. Significa fidarsi: delle proprie gambe, del proprio cuore, del percorso che si è scelto.
Non importa quante volte hai esitato davanti alla pendenza, quante cadute hai contato lungo il cammino. Ciò che conta è che, ogni volta, ti sei rialzato. Hai scrollato la neve, hai guardato il pendio e hai detto: ancora.

Ogni discesa è diversa, come ogni storia. C’è chi parte piano, chi affronta subito le curve più ripide, chi frena, chi accelera, chi chiude gli occhi e lascia che l’adrenalina faccia il resto. Ma alla fine, quando il traguardo si avvicina e il cuore batte forte nel petto, capisci che non era la velocità a contare. Era la scelta di partire. Proprio da questa idea di libertà, coraggio e condivisione nasce Discesa Liberi: un’organizzazione che porta la montagna a tutti, rendendo lo sci e gli sport invernali accessibili alle persone con disabilità. Una realtà che crede profondamente nel potere dello sport come strumento di inclusione, autonomia e riscatto personale.

Con passione e competenza, Discesa Liberi organizza attività sulla neve per chiunque voglia vivere l’emozione della discesa, indipendentemente dalle proprie abilità. Grazie a istruttori specializzati, attrezzature adattate e una rete di volontari straordinari, ogni partecipante può scoprire o riscoprire la gioia di scivolare sulla neve, di sentire il vento in faccia, di ritrovare libertà e fiducia. Ma Discesa Liberi non è solo sport: è comunità, accoglienza, rinascita.
È un luogo dove le differenze diventano ricchezze, dove ogni sorriso racconta una conquista e dove la montagna, spesso vista come un limite, si trasforma in spazio aperto e possibile. Essere “abili” non significa non cadere mai, ma saper trasformare ogni scivolata in un passo di danza. Significa guardare la montagna e vedere non un ostacolo, ma una possibilità. Significa ricordarsi che la libertà non sta solo nell’arrivare in fondo, ma nel coraggio di lasciarsi andare.

Perché la vera discesa libera è quella che affrontiamo ogni giorno, tra sogni, sfide e paure. E chi ha il cuore di mettersi in pista, chi osa, chi cade e si rialza, è già un vincitore.