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Invisibili, ma non Assenti

8 Settembre 2025

L’Assenza che si sente per strada

Quando cammino per strada, c’è qualcosa che mi colpisce sempre: la quasi totale assenza di persone in carrozzina. Non credo davvero che non ci siano. Anzi, so bene che ci sono. Ma la verità è che non hanno le condizioni per uscire, per vivere la città come facciamo noi, con leggerezza e autonomia. Mi basta osservare per capirlo: una rampa che non c’è, un marciapiede troppo stretto, un negozio con tre scalini all’ingresso e nessuna alternativa. Persino le piccole cose come un bar accogliente all’angolo diventano muri invisibili che ti impediscono di entrare. E allora l’uscita non è più un piacere, diventa una lotta. Penso spesso a quanto dev’essere frustrante dover chiedere aiuto per ogni minimo spostamento. Per prendere un caffè, per fare la spesa, per attraversare la strada. Quella libertà che molti di noi danno per scontata, per altri è un lusso negato. E così le strade restano vuote di carrozzine, e sembra che le persone disabili non ci siano. Ma non è vero. Sono a casa, costrette a guardare la vita scorrere dalle finestre. Non per scelta, ma per colpa delle barriere che noi abbiamo lasciato lì, giorno dopo giorno, senza pensare a quanto possano escludere. A volte mi chiedo: come sarebbe la mia città se davvero fosse accessibile? La immagino piena di incontri, di diversità visibili, di sorrisi scambiati all’uscita di un negozio o in fila alla posta. Una città più viva, più giusta, più umana. Forse l’assenza che sento per strada non è un vuoto, ma un richiamo: un invito a non dimenticare chi non può esserci. Perché l’invisibilità non è mai una condizione naturale, è sempre il risultato di uno sguardo che non vuole vedere o di una società che non si è ancora davvero aperta.