Cani Guida: Occhi Fedeli e un Simbolo di Libertà

Dove finiscono gli occhi, comincia la fiducia

Il cane guida non è solo un animale addestrato,  è un compagno di vita, un alleato silenzioso che restituisce libertà e dignità a chi non può contare sulla vista. Per una persona cieca, il cane guida rappresenta la possibilità di muoversi in autonomia, affrontare le strade, gli ostacoli, la quotidianità. È, in un certo senso, la continuità fisica del proprio sguardo. Il percorso per diventare cane guida è lungo e impegnativo. Questi animali vengono selezionati fin da cuccioli per la loro docilità, equilibrio e capacità di concentrazione. Passano attraverso scuole specializzate, dove istruttori esperti insegnano loro a riconoscere pericoli, fermarsi ai marciapiedi, evitare ostacoli e obbedire ai comandi del loro futuro conduttore non vedente. Solo alla fine di un lungo periodo di addestramento e di affiancamento reciproco, nasce una relazione autentica: il cane e il suo padrone imparano a fidarsi l’uno dell’altro, a capirsi con i gesti e con la voce.

Avere un cane guida è un dono grande, ma non semplice da ottenere. I criteri di assegnazione sono rigorosi: servono idoneità fisica, capacità di gestione e un contesto di vita adatto. In Italia, la disponibilità di cani guida è purtroppo limitata e il costo di un cane guida è molto elevato. Le scuole specializzate, cinque in italia, non riescono a soddisfare tutte le richieste, e i tempi d’attesa possono essere lunghi. Mantenere un cane guida richiede impegno, richiede garantire cure veterinarie un alimentazione adeguata e, soprattutto, rispetto per il suo ruolo di lavoratore a quattro zampe

La legge italiana riconosce pienamente il valore del cane guida.
Già con la Legge n. 37 del 1974, è stato sancito il diritto di libero accesso in tutti i luoghi pubblici e sui mezzi di trasporto, senza alcun biglietto o sovrattassa. Il cane guida è, a tutti gli effetti, parte integrante della persona non vedente, nonostante ciò, non mancano  episodi di discriminazione: ristoranti, taxi, esercizi commerciali che ancora oggi negano l’accesso, spesso per ignoranza o paura. Molti non vedenti raccontano che, grazie al loro cane, hanno ricominciato a camminare da soli, a uscire, a viaggiare. Hanno ritrovato il gusto della libertà. Ma il cane guida non è un robot. Anche lui ha bisogno di rispetto e attenzione. Durante la “guida” non deve essere distratto, né accarezzato o chiamato da estranei. È un professionista in servizio, e la sua concentrazione può salvare una vita.

Dietro ogni cane guida c’è una storia di impegno, professionalità e affetto.
Dietro ogni persona che cammina con lui, c’è la voglia di vivere pienamente, senza barriere.
Il cane guida non è solo “gli occhi di chi non vede”: è la prova che l’autonomia può nascere anche da un legame d’amore, profondo e sincero 

Ringrazio  il Presidente Nazionald CAni Guida Vittorino Briglia per le preziose informazioni ricevute