UICI:Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti sezione di Imperia

 

Sanremo si apre ai sensi: la mostra “Visione oltre la luce” racconta il mondo con occhi diversi

C’è un modo di vedere che non ha bisogno della vista. È quello che insegna l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti della Sezione di Imperia (UICI), che da anni lavora con impegno sul territorio per promuovere inclusione, autonomia e consapevolezza.
A dicembre, questa importante realtà porterà a Sanremo, negli spazi suggestivi del Forte di Santa Tecla, una mostra che promette di toccare il cuore: “Visione oltre la luce”, un viaggio sensoriale nel buio per scoprire quanto il mondo possa essere percepito attraverso i suoni, i profumi, il tatto e le emozioni.

Un’esperienza che accende la percezione

Dal 4 al 21 dicembre 2025, i visitatori saranno guidati in un percorso immersivo dove la luce lascia spazio ai sensi. Non si tratta solo di una mostra, ma di un’esperienza che invita a cambiare prospettiva, a mettersi letteralmente nei panni di chi vive ogni giorno senza vedere, ma non per questo “al buio”. Ogni passo sarà un modo per riscoprire la ricchezza del sentire, per capire che la visione più autentica non passa dagli occhi, ma dal cuore.

Il ruolo dell’UICI di Imperia
L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Imperia è una presenza costante per tante persone che convivono con una disabilità visiva. L’associazione offre supporto pratico e psicologico, consulenze e orientamento, formazione professionale, attività culturali e ricreative, oltre a iniziative di prevenzione visiva nelle scuole e nella comunità. Ogni progetto nasce da un’idea semplice ma potente: costruire una società più accessibile, dove le differenze diventino valore e non ostacolo.
Visione oltre la luce” non è solo un evento, ma un messaggio di speranza e di empatia. È un invito ad aprire i sensi, ma soprattutto la mente e il cuore, per scoprire che la vera luce è quella che illumina l’anima. A Forte Santa Tecla, la cultura incontra l’inclusione e trasforma la diversità in una forma d’arte.

https://youtu.be/N_Ql8Vzsa5M?si=3RkAfZTCMEytcd2P

La Lampada dei Desideri: Un faro d’inclusione nel cuore di Roma

Una luce che accende speranza

C’è un angolo a Roma, nel quartiere della Magliana, che racconta con delicatezza quanto sia potente il desiderio di essere visti, riconosciuti e accolti. È la storia dell’associazione La Lampada dei Desideri: un luogo che è casa, che è famiglia, che è un “posto unico includente”. È la storia di La Lampada dei Desideri, associazione di volontariato fondata nel 2012 nel quartiere della Magliana, con lo scopo di dare voce, spazio e autonomia alle persone con disabilità del territorio della ASL Roma D. L’idea prende forma grazie a un gruppo di genitori fra cui spicca la figura di Paola Fanzini  con figli con disabilità: desideravano creare un luogo nel quale queste persone non fossero soltanto «assistite», ma diventassero parte attiva del tessuto sociale locale.
Così in Piazza Certaldo 68/77, Roma 00146, l’associazione prende avvio, con una convinta scelta: nessuna età o patologia vincolanti, nessuna dipendenza esclusiva dagli enti pubblici. “Amore, libertà e tempo” diventano tre parole-chiave per definire la loro visione.  Più che un ente, La Lampada dei Desideri si definisce “casa” e “famiglia”. Paola Fanzini afferma che «La Lampada dei desideri per me è tutto: è famiglia, è casa, è cura. È amore puro e incondizionato».
Questa definizione è significativa: rompe con la logica della mera assistenza e propone una comunità dove il tempo non è scandito da orari rigidi, dove l’essere e l’agire non sono subordinati a modelli predeterminati, ma nascono insieme. Certamente, come tutte le realtà di questo tipo, La Lampada dei Desideri convive con difficoltà: risorse limitate, dipendenza dal volontariato, la necessità di una rete stabile. Tuttavia, queste stesse sfide diventano motore: perché la partecipazione non è delegata, è pensata, vissuta, in continuo divenire.
Un esempio concreto: il progetto di scrittura collettiva, con illustrazioni e libri per bambini realizzati da persone con disabilità, nel quale è l’utente che decide cosa fare, come farlo, quali ruoli assumere. In un contesto urbano come quello della Magliana, caratterizzato da marginalità e complessità sociali, la Lampada rappresenta un presidio di speranza, una testimonianza che l’inclusione non è solo bene da fare, ma bene comune da costruire. Al piano terra dell’edificio, gli ambienti sono stati pensati  o trasformati per offrire diverse funzioni: Una biblioteca/internet point, gestita anche da ragazzi con disabilità, perché la cultura e l’accesso all’informazione non siano un privilegio ma un diritto. Laboratori: cucina, botanica, shiatsu, zumba chair, fotografia, pittura, manualità e oggettistica. Un ventaglio di esperienze destinate a far emergere capacità, interessi, talenti. Uno spazio destinato ad eventi feste, cineforum, convegni, concerti che consacra il principio: non solo “accoglienza”, ma sviluppo di comunità e partecipazione sociale. Un progetto molto concreto, il “pub” interno denominato DiversamentePub, dove i ragazzi collaborano ai turni, mangiano insieme, gestiscono l’ambiente, e al termine la suddivisione dell’incasso avviene fra tutti gli operatori coinvolti: un passo verso la dignità del lavoro associato all’inclusione. Ma la Lampada ci ricorda un altro paradigma: persone non solo bisogni; relazioni non solo servizi; tempo e libertà  non solo protocolli. Ecco perché vale la pena raccontarla: perché tocca tematiche universali appartenenza, dignità, comunità e ci sfida a ragionare su cosa significhi davvero Inclusione.

 

Cani Guida: Occhi Fedeli e un Simbolo di Libertà

 

Un cane guida ti cambia la vita. Parla Vittorio Ilario Biglia, Referente Nazionale settore Cani Guida GDL4

Per una persona non vedente, l’incontro con il proprio cane guida è uno di quelli indimenticabili 
Un passo alla volta, una zampa alla volta, nasce una relazione fatta di fiducia, rispetto e libertà.
Ne parliamo con Vittorio Ilario Biglia, Referente Nazionale del settore Cani Guida Gdl4, che da anni si batte per i diritti di queste coppie speciali.

Signor Biglia, che cosa rappresenta un cane guida per chi non vede? Un cane guida è molto più di un aiuto: è una parte di te.Ti dà sicurezza, ti accompagna, ma soprattutto ti restituisce la libertà di  muoverti nel mondo. Quando una persona non vedente tiene quella maniglia, non tiene solo un guinzaglio: tiene in mano la propria indipendenza. È un legame che non si spiega, si vive.”

Non è facile però ottenere un cane guida, vero?

No, non è facile. In Italia ci sono ancora poche scuole specializzate e tante richieste.
Servono mesi, a volte anni, per addestrare un cane e trovare la persona giusta per lui.
È un lavoro delicato, fatto di pazienza, sensibilità e professionalità. Ma quando il binomio si forma, nasce qualcosa di magico: due esseri viventi che diventano una cosa sola.

Ancora oggi, ci sono luoghi che negano l’accesso ai cani guida…? Purtroppo sì.
Nonostante la legge parli chiaro. La Legge 37 del 1974 garantisce il libero accesso in tutti i luoghi pubblici e sui mezzi di trasporto  accade ancora che un cieco venga fermato all’ingresso di un bar o di un taxi. È un gesto che ferisce, perché significa non capire. Il cane guida non è un intruso, è un compagno di viaggio. Quella persona ha il diritto di entrare ovunque, come chiunque altro.”

Cosa dovrebbe sapere chi incontra una persona con il cane guida?

La prima cosa da sapere è non toccare mai il cane mentre lavora. Non va accarezzato, né chiamato, né distratto. Durante la guida, il cane è concentrato: protegge il suo conduttore e ogni distrazione può essere pericolosa. E poi non bisogna avere paura: sono animali dolcissimi, addestrati con grande attenzione, puliti e vaccinati. Sono veri professionisti, solo che al posto della divisa indossano una pettorina.”

Che cosa direbbe a chi pensa che il cane guida sia un privilegio?

Non è un privilegio, è un diritto. È come un bastone, come un ausilio tecnologico, come una sedia a rotelle: è uno strumento per vivere meglio. Avere un cane guida non significa avere qualcosa in più, ma qualcosa di essenziale. Significa poter vivere con dignità, con autonomia, con gioia. Cosa serve oggi, secondo lei, per migliorare davvero la situazione? Serve cultura, prima di tutto.
Bisogna educare le persone, insegnare ai bambini che il cane guida non si tocca, che ha diritto di passare per primo, che non è un animale qualsiasi. E poi servono più risorse per le scuole di addestramento e più sostegno per chi ne ha bisogno. Perché la libertà non deve mai essere un lusso.”

Un messaggio finale?

Guardate una persona non vedente che cammina col suo cane: quello è un piccolo miracolo quotidiano. Due esseri viventi che si capiscono senza parole.

 

Roma Altruista

L’altruismo prende forma nella città eterna

Nel cuore pulsante di Roma, c’è uno spazio che si illumina di generosità: RomAltruista, il portale del volontariato flessibile. Non è un’associazione qualunque. È una piattaforma che sa cogliere la voglia di fare del bene, la voglia di “esserci”, anche solo per poche ore. Qui si incontrano vite e speranze. Sul sito si leggono messaggi semplici ma forti: “Vuoi fare volontariato a Roma?” Non serve essere super-eroi. Basta la voglia di esserci. E la bellezza è che tutto è organizzato in modo dinamico: basta una ricerca di eventi, una prenotazione e qualche ora libera. Gli appuntamenti sono palpitanti e reali: dalla preparazione dei pasti per chi vive in difficoltà, agli interventi per i minori, alla cura degli animali, alla tutela dell’ambiente. Ogni iniziativa è un invito esplicito a partecipare, donare un po’ del proprio tempo. Associazione RomAltruista è innovativa per il suo modello di flessibilità, si può trovare un’occasione adatta al proprio tempo, alle proprie possibilità. Inclusione: non serve un curriculum di competenze specialistiche; l’importante è esserci, umanamente. Impatto Reale: non si tratta di astrazioni, ma di “fare” accanto a chi ha bisogno. Infine si crea una Comunità, si entra a far parte di una rete fatta di altri volontari, di associazioni beneficiarie e di cittadini che rispondono.

In un mondo in cui l’indifferenza spaventa, RomAltruista  offre l’opportunità di rispondere con un “sì” concreto, e dicambiare in meglio anche solo un momento la giornata di qualcuno. Ritengo che fare il volontariato non è solo donare; è ricevere, imparare e condividere.

https://www.romaltruista.it/listing