Guardami negli occhi perché li c’è il ragazzo che sono davvero

Quando mi incontri, ti chiedo una cosa semplice: guardami negli occhi.
Lì troverai il ragazzo che sono davvero.
Non un’etichetta, non una condizione, non un limite.
Troverai la mia storia, la mia forza, e anche la mia fragilità.

L’inclusione inizia da qui: da uno sguardo che vede la persona, non la disabilità.
E forse, se ci fermiamo un attimo in più a guardarci negli occhi, scopriremo che non siamo poi così diversi.

Il bisogno che nessuno ascolta

 

Perché nessuno ci chiede di cosa abbiamo bisogno?

Ci sono silenzi che pesano più di mille parole. Sono i silenzi che circondano chi vive una condizione di disabilità o di fragilità. Non sono solo i limiti del corpo o della mente a rendere la vita più complessa, ma l’invisibilità agli occhi degli altri.

Ogni giorno, migliaia di persone affrontano sfide enormi: muoversi in una città non pensata per loro, chiedere un aiuto senza sentirsi un peso, trovare la forza di sorridere mentre dentro il cuore grida. Eppure, raramente qualcuno si ferma a chiedere: “Di cosa hai bisogno?”.

Il supporto psicosociale non è un lusso, è un diritto. Non significa solo ricevere cure mediche o assistenza pratica, ma anche avere ascolto, comprensione, empatia. Significa sentirsi riconosciuti come esseri umani con sogni, paure, desideri.

Troppo spesso la società guarda alla disabilità con pietà o con imbarazzo, dimenticando che ciò che serve non è compatimento ma possibilità: la possibilità di esprimersi, di lavorare, di amare, di partecipare. Chi vive in difficoltà non chiede privilegi, chiede solo pari dignità e la libertà di poter scegliere.

Dietro ogni fragilità c’è una forza che lotta, ma anche la stanchezza di chi deve dimostrare ogni giorno di valere. C’è la solitudine di chi vorrebbe raccontare le proprie necessità senza sentirsi giudicato. C’è il dolore invisibile di chi non trova spazi per dire: “Ho bisogno di te, ho bisogno di voi”.

Un vero supporto psicosociale nasce dal guardarsi negli occhi e riconoscersi, senza etichette, senza barriere. Nasce dal semplice gesto di chiedere, con umiltà e rispetto: “Come posso aiutarti?”. Forse non sempre sapremo offrire soluzioni, ma offrire presenza, ascolto e solidarietà può già cambiare un destino. Perché la più grande ferita non è la disabilità, ma L’indifferenza

 Questo non è un articolo ma una parte di me 

Antinea III: quando il mare diventa un abbraccio che include tutti

Quando le vele parlano di speranza: nasce Antinea III”

Sulla riva di Savona, nella Darsena accogliente di una città che ha dato il suo cuore alla cultura e al mare, ieri  mercoledì 3 settembre 2025  è stata inaugurata Antinea III, una barca a vela accessibile a tutte le persone, pensata per regalare libertà e bellezza anche a chi vive con disabilità fisiche o cognitive . È una giornata che sa di speranza, di onde che diventano ponti verso nuove possibilità. Antinea III non è un semplice veliero: è un gesto concreto di inclusione, un invito a riscrivere il significato di autonomia. Promossa dall’Assonautica Provinciale di Savona, l’iniziativa ha radici profonde: l’imbarcazione, acquistata nel 1995 da Roberto Pisani, è stata generosamente donata dopo trent’anni per dar vita a un progetto che trascende il tempo e i confini . Perché una barca a vela? Lo spiega  il Presidente di Assonautica, Giovanni Bauckneht: la vela non è solo un modo di navigare, ma un atto che unisce e migliora l’autostima. L’esperienza è aperta ad adulti, bambini e ragazzi, per i quali l’uscita in mare diventa una preziosa scuola di vita. Ogni uscita è una narrazione del mare, un’eco di antichi saperi e di responsabilità condivisa . Il progetto non è isolato, ma si inserisce in un orizzonte più grande di solidarietà: Bauckneht cita con orgoglio altre iniziative, come quella del brigantino Nave Italia, che porta a vela ragazzi con difficoltà, riaffermando ogni volta che il mare ha il potere di rigenerarci . Con Antinea III, la vela diventa simbolo. Simbolo di una società che sceglie di accogliere, di restituire dignità, di rimettere in gioco la bellezza ― quella potenza che si rinnova ogni volta che un sorriso si apre tra le onde. Questa barca è un’occasione per tessere comunità: per attraversare storie, condividere sapere, imparare la cura e sperimentare un mare che insegna libertà e responsabilità.

In un mondo che spesso isola, Antinea III traccia rotte di inclusione. Qui il vento non è solo forza motrice, ma messaggero di speranza. Qui il mare non separa, ma unisce. E qui ogni persona può tornare a «navigare» verso sogni che forse credeva lontani.

Swimlift: Onde di Inclusione e Sogni che Diventano Realtà”*

Il Progetto Swimlift: Un Sogno di Inclusione e Speranza

Nel cuore di un mondo che spesso sembra diviso, il progetto Swimlift emerge come un faro di luce e speranza. Immaginate un luogo dove ogni individuo, indipendentemente dalle proprie capacità fisiche, può sentirsi accolto e abbracciato dalla comunità. Swimlift non è solo un progetto; è un movimento che abbatte le barriere e promuove l’inclusione. La bellezza di Swimlift risiede nella sua missione di rendere il nuoto accessibile a tutti. Molti di noi possono dare per scontato il semplice atto di tuffarsi in acqua, ma per alcune persone, questo gesto può sembrare un sogno irraggiungibile. Swimlift si impegna a cambiare questa narrazione, offrendo attrezzature e supporto specifico per consentire a chiunque di vivere l’esperienza liberatoria del nuoto. Ogni sessione di nuoto diventa un’opportunità per creare legami, condividere sorrisi e costruire ricordi indimenticabili. I volontari, animati da passione e dedizione, non solo insegnano tecniche di nuoto, ma offrono anche un ascolto empatico e una presenza rassicurante. Ogni persona che partecipa al progetto non è solo un allievo, ma un protagonista della propria storia, in un ambiente che celebra la diversità e la resilienza. Le testimonianze di coloro che hanno partecipato a Swimlift sono toccanti e ispiratrici. Le parole di gratitudine e gioia riempiono l’aria, mentre i volti sorridenti raccontano storie di superamento e scoperta. Ogni bracciata in acqua rappresenta un passo verso la libertà e l’autonomia, un affermazione che ogni individuo ha il diritto di sognare e realizzare. Swimlift non si limita a trasformare il modo in cui vediamo il nuoto; sta anche cambiando le nostre percezioni su cosa significa essere inclusivi. Ci invita a riflettere su come possiamo tutti contribuire a creare un mondo più accogliente. Attraverso il supporto di donazioni, volontariato e sensibilizzazione, ognuno di noi può fare la differenza. In conclusione, il progetto Swimlift è molto più di un’iniziativa sportiva. È un viaggio collettivo verso un futuro in cui ogni persona può sentirsi libera di esprimere se stessa, di lottare per i propri sogni e di connettersi con gli altri. Unisciti a noi in questo meraviglioso viaggio di inclusione e scopri il potere trasformativo dell’acqua e della comunità.