Discesa Liberi: il coraggio di lanciarsi oltre la paura

Discesa Liberi

C’è un momento, in ogni vita, in cui il mondo si ferma. Un attimo sospeso tra la paura e la libertà, tra la vetta e la discesa.
È lì che nascono i veri “liberi”: coloro che scelgono di lanciarsi, anche quando il vento fischia forte, anche quando la neve sembra più dura delle proprie certezze.  Discesa libera è una metafora potente, un grido che attraversa i muscoli e l’anima. E quando gli sci affondano nella neve e la velocità ti strappa il respiro, senti che non esiste più paura, ma solo presenza. Solo vita.

Scendere liberi significa accettare di perdere un po’ di controllo. Significa fidarsi: delle proprie gambe, del proprio cuore, del percorso che si è scelto.
Non importa quante volte hai esitato davanti alla pendenza, quante cadute hai contato lungo il cammino. Ciò che conta è che, ogni volta, ti sei rialzato. Hai scrollato la neve, hai guardato il pendio e hai detto: ancora.

Ogni discesa è diversa, come ogni storia. C’è chi parte piano, chi affronta subito le curve più ripide, chi frena, chi accelera, chi chiude gli occhi e lascia che l’adrenalina faccia il resto. Ma alla fine, quando il traguardo si avvicina e il cuore batte forte nel petto, capisci che non era la velocità a contare. Era la scelta di partire. Proprio da questa idea di libertà, coraggio e condivisione nasce Discesa Liberi: un’organizzazione che porta la montagna a tutti, rendendo lo sci e gli sport invernali accessibili alle persone con disabilità. Una realtà che crede profondamente nel potere dello sport come strumento di inclusione, autonomia e riscatto personale.

Con passione e competenza, Discesa Liberi organizza attività sulla neve per chiunque voglia vivere l’emozione della discesa, indipendentemente dalle proprie abilità. Grazie a istruttori specializzati, attrezzature adattate e una rete di volontari straordinari, ogni partecipante può scoprire o riscoprire la gioia di scivolare sulla neve, di sentire il vento in faccia, di ritrovare libertà e fiducia. Ma Discesa Liberi non è solo sport: è comunità, accoglienza, rinascita.
È un luogo dove le differenze diventano ricchezze, dove ogni sorriso racconta una conquista e dove la montagna, spesso vista come un limite, si trasforma in spazio aperto e possibile. Essere “abili” non significa non cadere mai, ma saper trasformare ogni scivolata in un passo di danza. Significa guardare la montagna e vedere non un ostacolo, ma una possibilità. Significa ricordarsi che la libertà non sta solo nell’arrivare in fondo, ma nel coraggio di lasciarsi andare.

Perché la vera discesa libera è quella che affrontiamo ogni giorno, tra sogni, sfide e paure. E chi ha il cuore di mettersi in pista, chi osa, chi cade e si rialza, è già un vincitore.

Insieme, ogni canestro vale di più

Oggi Abileconte ha incontrato il Baskin Corato: insieme per un futuro più inclusivo

Oggi è stata una giornata ricca di emozioni e significato per AbileConTe.
Abbiamo avuto il privilegio di conoscere da vicino una realtà straordinaria del nostro territorio, che con passione e dedizione porta avanti una missione speciale: il Baskin Corato, un progetto sportivo che ha fatto dell’inclusione e del gioco di squadra la propria bandiera. Accolti con calore e entusiasmo dallo staff, dagli allenatori e da tutta la squadra, abbiamo respirato fin da subito un clima familiare, sincero e autentico.
Il Baskin Corato non è solo una società sportiva, ma una comunità viva e accogliente, dove ogni persona, con le proprie abilità e peculiarità, trova spazio, valore e un ruolo nel gioco.

Il baskin, abbreviazione di basket inclusivo è una disciplina sportiva innovativa nata a Cremona nel 2003 e oggi diffusa in tutta Italia.
Si ispira al basket, ma è progettata per essere praticata insieme da persone con e senza disabilità, permettendo a ciascuno di giocare un ruolo attivo in base alle proprie capacità. In campo scendono ragazzi, ragazze, adulti e persone con disabilità motorie o cognitive, ognuno con funzioni diverse, ma tutti uniti dalla stessa passione e dallo stesso obiettivo: giocare, divertirsi e vincere insieme.
Nel baskin, la squadra è davvero per tutti: non c’è esclusione, ma solo adattamento, collaborazione e rispetto. È uno sport che cambia lo sguardo, che insegna che la vera forza è nella diversità che si unisce, e che ogni talento ha il suo spazio. Durante l’incontro, abbiamo avuto modo di conoscere gli atleti, i tecnici e i volontari che con impegno quotidiano rendono possibile questa meravigliosa realtà.

Ognuno di loro ci ha trasmesso la passione e la convinzione che lo sport può e deve essere un ponte tra le persone, un linguaggio universale che unisce, coinvolge e trasforma. Il Baskin Corato rappresenta un punto di riferimento nel panorama sportivo pugliese, un esempio concreto di inclusione, educazione e cittadinanza attiva. Ogni allenamento e ogni partita sono un’occasione per crescere insieme, imparare dagli altri e celebrare le differenze come una ricchezza condivisa. Per Abileconte.it, che ogni giorno lavora per costruire percorsi di artigianato inclusivo e autonomia personale, questo incontro segna l’inizio di una collaborazione preziosa, basata su valori comuni: uguaglianza, rispetto e valorizzazione delle persone. Oggi non abbiamo conosciuto solo una squadra, ma una famiglia inclusiva, che ogni giorno dimostra che lo sport può cambiare la vita e che insieme si può fare la differenza. 

In sella alla vita.

Carola Semperboni: un sorriso che corre verso i sogni

C’è una luce speciale negli occhi di chi vive la vita con passione, e Carola Semperboni ne è la prova vivente. Il suo sorriso contagioso è la prima cosa che noti, ma dietro quella gioia c’è un mondo fatto di forza, determinazione e sogni grandi. Carola ama lo sport, lo vive come una filosofia di vita, una strada che unisce le persone, le storie e le emozioni.

Il suo sogno più grande? Diventare istruttrice di dressage, perché il cavallo, per lei, non è solo un compagno di allenamento: è un amico vero, un alleato fedele con cui ha costruito un legame profondo, fatto di fiducia, rispetto e libertà ma sopratutto per avvicinare le persone disabili allo sport. In sella, Carola si sente completa, parte di un’unica armonia tra essere umano e natura.

Ma il suo sogno va ben oltre l’arena. Carola immagina un mondo dove l’inclusione non sia un’eccezione ma la regola, dove la disabilità non definisca la persona, e dove ognuno venga visto per ciò che è, non per ciò che manca. “Vorrei che la gente ci vedesse semplicemente come persone,” racconta, “persone che amano, che lottano, che inseguono sogni, proprio come tutti gli altri.”

La sua visione di sport è rivoluzionaria nella sua semplicità: niente più Olimpiadi e Paralimpiadi separate, ma un’unica grande Olimpiade, dove atleti con e senza disabilità possano condividere lo stesso palcoscenico, competendo in categorie diverse, ma con lo stesso spirito, lo stesso rispetto e la stessa passione. Perché lo sport, per Carola, è davvero la lingua universale dell’inclusione.

Quando parla delle Olimpiadi, i suoi occhi si illuminano. “È stata l’emozione più bella,” racconta, “vedere così tante persone diverse, così tante storie uniche. Lì ho capito che ogni atleta è un mondo da scoprire.” Tra quegli incontri, tra quegli sguardi pieni di energia e determinazione, Carola ha trovato una conferma: la diversità non divide, arricchisce.

Carola Semperboni è così: una ragazza che non smette mai di sognare, che affronta la vita con il sorriso e che crede in un futuro dove le barriere non sono muri, ma ponti da attraversare insieme.

 “Ringrazio Carola Semperboni per la disponibilità e per aver condiviso con i lettori di Abileconte.it un prezioso frammento del suo mondo.”

Oltre la disabilità: il coraggio di credere in una società più giusta

Inclusione e accessibilità: il confronto con la professoressa Giusy Toto

Nei giorni scorsi ho avuto il piacere di  incontrare la Professoressa Giusy Toto, Docente di Didattica e Pedagogia Speciale dell’ Università degli Studi di Foggia. Un dialogo intenso, che ha toccato temi fondamentali come Inclusione, Disabilità e Accessibilità, evidenziando quanto la società stia cambiando e quanto resti ancora da fare.

Il punto di partenza è stato il mondo della scuola, come oggi l’insegnante di sostegno ha un ruolo ben diverso rispetto al passato: non più figura marginale, ma parte integrante del percorso educativo. Un segnale positivo di un cambiamento culturale che, almeno sul piano formativo, sta aprendo la strada a una società più inclusiva.

Diverso il discorso sul lavoro. Nonostante i progressi, l’Italia resta indietro. Molte realtà inclusive nascono da persone che vivono da vicino la disabilità, direttamente o indirettamente. Eppure, troppe aziende continuano a preferire il pagamento di sanzioni piuttosto che rispettare la normativa e offrire opportunità a persone con disabilità. Un paradosso che mostra quanto sia ancora lunga la strada verso un’inclusione reale. Nel corso del confronto, con la Professoressa ho condiviso anche la mia esperienza personale e la nascita del blog www.Abileconte.it, blog dedicato a sport, inclusione e accessibilità nato per dare voce a storie, esperienze e riflessioni che mettono al centro la persona, con l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere una società più attenta e solidale.

Un concetto che la professoressa Toto ha fatto suo, manifestando entusiasmo e vicinanza verso il progetto Abileconte.it, riconosciuto come strumento prezioso per diffondere cultura, sensibilità e solidarietà.

Ringrazio la professoressa Giusy Toto per la disponibilità e l’attenzione dimostrata.”