Angela: La signora di Milano con la musica nel cuore

Angela: la voce che ha sconfitto il silenzio

Milano ha mille suoni, ma ce n’è uno che spicca tra tutti: quello di Angela. Una voce che nasce dal cuore, che vibra tra i muri della città e che racconta una storia di rinascita, coraggio e amore per la vita. Angela non canta per chiedere. Canta per dare. Per donare un sorriso, per ricordare a chi passa che ogni giorno può ancora essere un dono. La musica l’ha sempre accompagnata, sin da bambina. È la sua passione più grande, quella che non l’ha mai abbandonata. Il suo stile preferito? Quella musica “bossanova e jazz”, come ama definirla lei: un genere vivo, ruvido e sincero, che profuma di libertà e di autenticità. Nel suono della sua voce c’è la leggerezza del vento e la forza di chi ha conosciuto la tempesta. Perché la tempesta, Angela, l’ha davvero attraversata. Nel 2021 la sua vita si è fermata all’improvviso. Le hanno diagnosticato una rara patologia, la sindrome di Guillain-Barré. Un nome difficile, una prova durissima. Il corpo che non risponde, i giorni che diventano mesi, il silenzio che prende il posto delle note. Per quindici lunghi mesi, la sua voce è rimasta sospesa. Ma non la sua anima. In quel tempo sospeso, la musica è rimasta con lei. Come un filo invisibile che la teneva legata alla vita. Non l’ha tradita. È stata la sua compagna di viaggio, la sua terapia più potente, la sua ascensore sociale e spirituale. Grazie alla musica, Angela è risorta. Ha rimesso i piedi sul suolo del mondo e ha deciso di tornare lì dove tutto per lei ha sempre avuto senso: in mezzo alla gente. Oggi la trovi per le strade di Milano, microfono in mano e sorriso negli occhi. Non chiede elemosina. Dona emozioni. Canta per allietare le giornate di chi passa distratto, per ricordare che la bellezza si nasconde anche nei momenti più semplici. Ogni melodia è una celebrazione della vita che ha riconquistato, respiro dopo respiro. Angela oggi non ha rinunciato a vivere. Anzi, vive a pieno. Con tenacia, con coraggio, con quella dolce ironia di chi ha imparato a sorridere anche al dolore. Il suo sorriso, infatti, non l’ha mai perso. 
È così, tra le luci di Natale e il via vai della città, la sua voce risuona come una preghiera laica, una dichiarazione d’amore alla vita stessa.

Angela oggi Canta per ricordarci che rinascere è possibile.

Un’unica connessione: due esseri viventi

La forza di chi non si arrende: due anime e quattro ruote sulla spiaggia della vita

Ci sono immagini che non hanno bisogno di parole, eppure parlano più di mille discorsi.
Questa è una di quelle. Un uomo e il suo cane. Entrambi su una spiaggia, entrambi con un limite fisico che la vita ha imposto… ma entrambi liberi. Lui su una sedia a rotelle, il cane su un carrellino per le zampe posteriori. Due esseri che la vita ha provato a fermare, ma che hanno scelto di correre comunque. C’è solo una connessione pura, un gesto di amore e di fiducia. Un uomo che si china verso il suo amico a quattro zampe, lo accarezza, lo incoraggia, come a dirgli: “Andiamo avanti insieme. Non importa come, ma andiamo.”
La sabbia sotto le ruote, il mare davanti, il vento che accarezza la pelle. È il simbolo perfetto della libertà ritrovata, della resilienza che nasce quando accetti di non essere definito da ciò che ti manca, ma da ciò che ancora puoi dare, vivere, sognare.
Questo scatto non racconta la disabilità.
Racconta la forza, la tenerezza, la vita che continua nonostante tutto. Racconta l’incredibile capacità di trasformare le ruote in strumento di libertà

Perché la vera abilità non è camminare, e non smettere mai di andare avanti

Sebastiano Gravina: il ragazzo che ci insegna a vedere con il cuore

Sebastiano Gravina: la luce dell’ironia

Ci sono persone che non hanno bisogno di guardare per vedere davvero. Persone che trasformano la fragilità in forza, la difficoltà in ironia, e la disabilità in un modo diverso  ma ugualmente pieno  di vivere. Uno di loro è Sebastiano Gravina, 35 anni, pugliese di nascita e ligure d’adozione, ipovedente dalla nascita ma dotato di una vista interiore che illumina chiunque lo ascolti. Sebastiano è nato con una patologia visiva che non gli permette di vedere come la maggior parte di noi. Ma la sua è una storia che non parla di limiti: parla di scelte. Da piccolo non è stato facile, racconta Sebastiano. Gli altri bambini correvano, col tempo ho capito che potevo correre anche io, solo con un passo diverso». Da quella consapevolezza nasce il suo percorso. Una vita vissuta tra sport, lavoro, famiglia e – soprattutto – una missione chiara: rompere i pregiudizi che ancora oggi avvolgono la disabilità come una nebbia pesante. Un giorno, quasi per caso, Sebastiano apre TikTok. Pubblica un video in cui racconta con ironia una delle tante piccole avventure quotidiane da persona ipovedente. Niente lacrime, niente pietismi. Solo un sorriso, una battuta, una verità. E da lì nasce Videociecato, il suo alter ego social: un personaggio diretto, simpatico, disarmante nella sincerità. In poco tempo, i suoi video diventano virali. Centinaia di migliaia di persone iniziano a seguirlo, a scrivergli, a ridere con lui.
Perché Sebastiano non insegna “come vivere con una disabilità”. Insegna come vivere, punto. La disabilità più grave è quella culturale. Attraverso il suo umorismo, ci sbatte in faccia la leggerezza intelligente di chi sa che la vita è troppo breve per piangersi addosso.

Ma Sebastiano non è solo un creator. È stato anche capitano della nazionale italiana di calcio per non vedenti, un’esperienza che gli ha insegnato la forza della squadra, la disciplina, il valore della fiducia. Perché nel calcio, come nella vita, la differenza la fanno le voci che ti guidano, le persone che credono in te anche quando non puoi vedere la porta. Oggi Sebastiano vive con sua moglie, anche lei non vedente, e la loro bambina Nicole.
«Non potremo mai vederla con gli occhi – racconta – ma la sentiamo, la tocchiamo, la viviamo. È la luce dei nostri occhi».
Una frase che sembra poesia, ma è solo vita vera: quella fatta di pannolini, di risate, di amore quotidiano, di una normalità che non ha bisogno di essere definita“ speciale”. Nei suoi video e nei suoi incontri pubblici, Sebastiano parla di inclusione con un linguaggio nuovo: quello dell’ironia. Perché ridere di sé non significa sminuirsi, ma liberarsi dal peso del giudizio. E il suo successo sui social è la prova che la società è pronta, quando qualcuno ha il coraggio di mostrarle che anche la disabilità può essere raccontata con leggerezza, verità e intelligenza. Ogni volta che Sebastiano pubblica un video, toglie un velo. Quel velo di pietismo, di paura o di imbarazzo che spesso accompagna la parola “disabilità”.

La sua è una rivoluzione gentile, fatta di sorrisi e di autenticità. Una rivoluzione che nasce da un semplice gesto: guardare oltre.

Perché, come scrive lui stesso,  “Non serve vederci per capire le cose: basta aprire il cuore. È quello che illumina davvero.”

Marco Fasanella: un cromosoma in più e una marcia in più

Chi è Marco Fasanella

Ci sono storie che commuovono e che ispirano. Tra queste, quella di Marco Fasanella risuona come un inno alla vita, un manifesto di forza, passione e speranza. In lui convivono sogni, calci, pagine scritte e un sorriso che non si spegne mai. Marco Fasanella è un giovane milanese che convive con la sindrome di Down, ma per lui questa condizione non è una barriera: è una spinta, una marcia in più. Nato nell’aprile del 1991, vive a Corsico, nella cintura urbana di Milano. La sua vita è fatta di molti volti: atleta nella nazionale italiana FISDIR di calcio a 5, autore, barista, e ora anche performer nel mondo del teatro. Ma prima di tutto, Marco è  come lui stesso ama dire un ragazzo che ama la vita. Il campo è casa: lo sport come sacrificio e gioia. Il calcio lo ha portato oltre i propri limiti, là dove la squadra diventa famiglia e le battaglie diventano sfide collettive. Marco si è unito alla nazionale FISDIR qualche anno fa dopo aver superato le selezioni. Con la maglia azzurra ha partecipato a tornei internazionali — Trisomie Games (vittoria nel 2016), Europei 2018, Mondiali 2017 (dove ha alzato il trofeo da campione) e altri appuntamenti. Il 2017 resta una pietra miliare: nel Mondiale di calcio a 5 per persone con sindrome di Down, la nazionale italiana ha vinto, e a Marco è stata donata la maglia numero 10 per il suo compleanno (14 aprile).

Ma non si ferma sul campo da gioco. Marco lavora come barista e, con grande dedizione, ha insegnato ad altri il mestiere: un impegno concreto e quotidiano, fatto di relazioni, sorrisi, lavoro e sudore.

“Per non lasciare indietro nessuno”

Nel 2022 Marco ha coronato un altro grande sogno: ha pubblicato il suo primo libro Per non lasciare indietro nessuno. Sindrome di Down: un cromosoma e una marcia in più. In circa 85 pagine, racconta la sua storia le difficoltà, le gioie, i sogni, l’amore e la passione per lo sport  e manda un messaggio chiaro: la sindrome di Down non è un freno. È una risorsa, una possibilità di guardare il mondo con occhi particolari. Ha parlato di sogni grandi, e spera davvero che la politica lavori davvero per non lasciare indietro nessuno. Il nostro amico Marco non si è fermato neanche davanti a un palcoscenico. Ha debuttato in teatro con lo spettacolo Pinocchio Rock, il ragazzo di legno, al Teatro Delfino di Milano. Lì, con il corpo e la voce, ha tolto le etichette e mostrato che ogni persona ha storie da raccontare, merita di essere vista e ascoltata.

Cosa ci insegna Marco

Abbracciare la differenza! Il vero limite non è un cromosoma in più, ma la chiusura mentale. Marco ci ricorda che l’inclusione nasce dal rispetto e dall’incontro.  Sognare e agire! Non basta desiderare: bisogna mettersi in cammino. Marco non ha aspettato che altri scrivessero per lui la sua storia: l’ha scritta con le sue mani, con il suo cuore. Lo sport come scuola di vita! Il campo insegna il rispetto, il sacrificio, la squadra. E non importa “chi fai parte”: importa che tu dia il massimo.  La cultura come percorso d’identità! Scrivere, recitare, raccontarsi: questi atti ci danno sostanza. Farlo vuol dire assumere il proprio potere, accettarsi e affermarsi. Leggendo la storia di Marco Fasanella pensiamo a quante voci non si sentono, quanti sogni vengono nascosti o ignorati. Ma lui ha scelto di farsi vedere, di mettere a nudo la propria vita con coraggio. Nessuno è perfetto, ma ognuno ha valore. E la storia di Marco è un invito: a non restare spettatori, a camminare assieme, a fare spazio nel mondo per chi  secondo la società potrebbe essere “diverso”.

Ho Conosciuto Marco..

Ci sono persone che, quando le incontri, ti lasciano qualcosa dentro.  Non per quello che possiedono, ma per ciò che trasmettono. Marco è una di quelle persone.Un ragazzo pieno di gioia, con un sorriso che illumina e una voglia di vivere che travolge chiunque gli stia accanto. Lo guardi e capisci subito che non è uno che si accontenta: lui vuole spaccare il mondo, ma lo vuole fare a modo suo con amore, arte e autenticità. Marco è un vulcano di idee, un’esplosione di energia positiva. Ama la musica italiana, quella che sa raccontare la vita con parole semplici e vere. Ama scrivere poesie, mettere nero su bianco i suoi pensieri, le sue speranze, le sue battaglie. Perché Marco non scrive solo per sé: scrive per tutti noi. Il messaggio che porta avanti è chiaro, forte e necessario:

Il mondo è bello. Basta guerra, basta mafie, basta bullismo soprattutto verso chi è più fragile.”

Nei suoi scritti e nella sua vita quotidiana, Marco invita a guardare oltre la disabilità, a vedere la persona prima della condizione. Ci ricorda che ogni individuo ha un valore unico, un talento, una luce che merita di essere riconosciuta. Lui lo sa bene, perché quella luce l’ha imparata a vederla prima di tutto dentro di sé, grazie a una famiglia che gli ha insegnato l’amore vero: quello che non giudica, che accoglie, che incoraggia. E oggi Marco porta quel modello fuori, nel mondo. Lo porta con le sue parole, con i suoi gesti, con la sua presenza luminosa. In un’epoca in cui è facile puntare il dito e difficile aprire il cuore, Marco ci ricorda che la gentilezza è rivoluzionaria, che la diversità è una ricchezza, e che la vita, nonostante tutto, resta una meravigliosa avventura da condividere. Marco non è solo un ragazzo pieno di sogni. È un esempio vivente di speranza.

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