Right for Inclusion

Biografia di Nicoletta Di Rosa: Fondatrice di Right for Inclusion

Mi chiamo Nicoletta Di Rosa, sono nata e cresciuta a Modica, in provincia di Ragusa, il 2 marzo 1987.
Sono nata con idrocefalia congenita, una condizione che mi ha causato emiparesi sinistra, ma che non mi ha mai impedito di vivere pienamente la mia vita.
Sono una persona solare, piena di energia e vitalità, sempre pronta a cogliere il bello che ogni giorno può offrire. Mi considero empatica e aperta: amo ascoltare, confrontarmi e creare connessioni autentiche con le persone.
Nel mio percorso ho incontrato ostacoli legati alla disabilità, ma non li ho mai lasciati definire chi sono. Al contrario, ho scelto di affrontarli con forza e determinazione, trasformando ogni difficoltà in un’occasione per crescere.
Per me, la disabilità non è un limite, ma una risorsa che mi ha insegnato a guardare il mondo con occhi diversi.
Nel 2018, grazie a un caro amico — anche lui schermidore — ho scoperto la scherma paralimpica. Avevo voglia di mettermi in gioco, e da quel momento non ho più smesso. La scherma è diventata per me più di uno sport: è una scuola di vita che mi ha insegnato il valore del lavoro di squadra, della condivisione e dell’inclusione.
Dopo il diploma in Scienze Umane, ho scelto di proseguire i miei studi con il Corso di Laurea in Scienze del Servizio Sociale. Il mio sogno è diventare Assistente Sociale, per essere un punto di riferimento per chi affronta sfide personali, sociali o relazionali.
Voglio ascoltare, sostenere e incoraggiare, offrendo fiducia e comprensione a chi ne ha bisogno.
Credo fermamente che ogni persona porti dentro di sé una scintilla: basta coltivare le proprie passioni e non arrendersi, anche quando la strada sembra in salita.
Mi rispecchio profondamente nelle parole della campionessa paralimpica Bebe Vio, che dice:
Se sembra impossibile, allora si può fare.”

 

Cosa è la disabilità? 

Per Nicoletta la Disabilità non è mancanza di qualcosa anzi è un modo diverso di guardare il mondo, di affrontare le difficoltà e superare quei limiti che spesso ci impone la società e che spesso ci imponiamo noi stessi

 Right for Inclusion
In un mondo che parla sempre più di progresso, innovazione e crescita, esiste ancora una sfida silenziosa ma fondamentale: l’inclusione.
Essere inclusi non significa solo “essere presenti”  significa sentirsi visti, ascoltati e valorizzati per ciò che si è.
Ecco perché il “Right for Inclusion”  il diritto all’inclusione non è un favore, ma un diritto umano essenziale.
Tutti abbiamo il diritto di vivere in un ambiente in cui le differenze non siano un ostacolo, ma una ricchezza.
Che si tratti di genere, origine, orientamento, abilità, lingua o cultura, ogni persona porta con sé una storia che merita spazio e rispetto.
L’inclusione non è una politica aziendale, né una moda del momento: è una scelta quotidiana.
È lo sguardo che accoglie invece di giudicare, la mano che tende invece di escludere. Essere inclusivi significa saper ascoltare con empatia.
Significa comprendere che non tutti partono dalle stesse condizioni e che l’uguaglianza reale nasce solo quando offriamo pari opportunità di espressione e partecipazione. Non basta “non discriminare”: serve creare spazi accessibili, rappresentativi e sicuri per ogni identità.
Ogni gesto conta dal linguaggio che usiamo alle scelte che facciamo perché l’inclusione vive nei dettagli, ovvero 
dalla nostra capacità di cambiare prospettiva, di abbattere stereotipi, di riconoscere il valore dell’altro.
Il “Right for Inclusion” è il diritto di appartenere senza dover rinunciare alla propria unicità. È il diritto di camminare accanto agli altri, non dietro.
È la promessa di una società che non teme la diversità, ma la abbraccia come la sua più grande forza.

Perché l’inclusione non è solo giustizia sociale. È amore, rispetto è fututo

 

La voce che abbraccia il mondo: la storia di Stefano Pietta e Steradiodj

Biografia di Steradiodj

Biografia di Stefano Pietta. Stefano ha 41 anni e vive a Manerbio in provincia di Brescia. Condivide la sua vita con una tetraparesi spastica che lo limita nei movimenti degli arti e lo vivere da sempre in carrozzina. Usa il computer fin dall’inizio della scuola primaria. Dopo la scuola dell’obbligo ha conseguito il diploma di tecnico della gestione aziendale e successivamente ho seguito un corso di webmaster e amministratore di reti locali.
Da tanti anni lavora come impiegato informatico per una fonderia tramite il telelavoro e nel tempo libero coltiva le sue passioni che sono: lo sport in generale, il calcio in particolare e la musica che lo ha fatto avvicinare al mondo delle web radio a tal punto da crearmene una tutta mia chiamata Steradiodj che è accesa 24 ore su 24 in cui alterno momenti in diretta con musica, notizie ed interviste a vari ospiti a momenti di programmazione a rotazione automatica.
Ha fatto per alcuni anni l’allenatore di squadre giovanili, coltivando sempre l’interesse per la musica e per la radio che mi hanno portato ad assistere a concerti e ad incontrare e intervistare numerosi artisti.  Per le attività web in cui è coinvolto (interviste, dibattiti, incontri o rubriche su tematiche sociali) gli è stato conferito dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia il tesserino ad honorem di “Giornalista pubblicista”. Stefano è volontario onorario del Comitato di Brescia di Croce Rossa Italiana, è anche Testimonial ed amico dei City Angels Italia, sezione di Brescia. Recentemente è diventato anche Addetto Stampa e collaboratore per la gestione delle pagine social della Brixia PowerChairFootball, squadra Bresciana di calcio per atleti in carrozzina.

Stefano Pietta giornalista pubblicista e creatore/conduttore web radio STERADIODJ

 

Quando la musica diventa un ponte

Ci sono persone che parlano con la voce, e altre che parlano con l’anima.
Stefano Pietta è una di quelle anime rare, che riescono a trasformare un limite in una frequenza capace di arrivare ovunque — anche nei cuori più distanti. Nato con una tetraparesi spastica, Stefano vive la sua vita in carrozzina. Ma ciò che lo definisce non è la disabilità: è la sua energia contagiosa, la sua determinazione, e la voglia profonda di non smettere mai di sognare. Dal suo piccolo grande mondo a Manerbio, in provincia di Brescia, Stefano ha acceso qualcosa che va oltre la radio: ha acceso una rete di emozioni. La sua creatura, Steradiodj.it, non è solo una web radio. È un abbraccio virtuale, una stanza in cui chiunque può entrare e sentirsi accolto. Ogni giorno, 24 su 24 la musica scorre come un filo invisibile che unisce storie, ricordi e sorrisi.

Dietro ogni brano, ogni diretta, ogni saluto c’è lui, con la sua voce limpida, la sua curiosità, il suo desiderio di stare accanto a chi, come lui, ha conosciuto la solitudine.
Perché Stefano sa che a volte basta una canzone per sentirsi meno soli. Quello che colpisce di Stefano non è solo la forza con cui ha costruito il suo progetto, ma la dolcezza con cui lo vive.  Ogni intervista, ogni incontro, ogni evento a cui partecipa dai concerti agli spettacoli dal vivo è una conquista silenziosa, una dimostrazione che la vita può essere piena anche quando sembra volerci mettere ai margini.

Stefano non si è mai fermato davanti a un ostacolo.
Ha imparato che la libertà può avere mille forme: la sua si chiama radio, e passa attraverso onde che nessuno può fermare. In una società che corre e dimentica, Stefano ricorda a tutti noi quanto sia prezioso fermarsi e ascoltare. Ascoltare una voce, una storia, un’emozione.
Steradiodj nasce proprio da questo: dal desiderio di dare voce a chi voce non ha, di creare uno spazio in cui chiunque possa sentirsi parte di qualcosa di bello e vero. Stefano Pietta non è solo un dj, non è solo un conduttore. È un messaggero di speranza, un ragazzo che ci insegna a guardare la vita con occhi nuovi.
La sua forza è discreta, ma potente. La sua voce è un dono.
E ogni volta che accende il microfono, ci ricorda che la felicità non si misura in ciò che abbiamo, ma in ciò che riusciamo a donare.

In sella alla vita.

Carola Semperboni: un sorriso che corre verso i sogni

C’è una luce speciale negli occhi di chi vive la vita con passione, e Carola Semperboni ne è la prova vivente. Il suo sorriso contagioso è la prima cosa che noti, ma dietro quella gioia c’è un mondo fatto di forza, determinazione e sogni grandi. Carola ama lo sport, lo vive come una filosofia di vita, una strada che unisce le persone, le storie e le emozioni.

Il suo sogno più grande? Diventare istruttrice di dressage, perché il cavallo, per lei, non è solo un compagno di allenamento: è un amico vero, un alleato fedele con cui ha costruito un legame profondo, fatto di fiducia, rispetto e libertà ma sopratutto per avvicinare le persone disabili allo sport. In sella, Carola si sente completa, parte di un’unica armonia tra essere umano e natura.

Ma il suo sogno va ben oltre l’arena. Carola immagina un mondo dove l’inclusione non sia un’eccezione ma la regola, dove la disabilità non definisca la persona, e dove ognuno venga visto per ciò che è, non per ciò che manca. “Vorrei che la gente ci vedesse semplicemente come persone,” racconta, “persone che amano, che lottano, che inseguono sogni, proprio come tutti gli altri.”

La sua visione di sport è rivoluzionaria nella sua semplicità: niente più Olimpiadi e Paralimpiadi separate, ma un’unica grande Olimpiade, dove atleti con e senza disabilità possano condividere lo stesso palcoscenico, competendo in categorie diverse, ma con lo stesso spirito, lo stesso rispetto e la stessa passione. Perché lo sport, per Carola, è davvero la lingua universale dell’inclusione.

Quando parla delle Olimpiadi, i suoi occhi si illuminano. “È stata l’emozione più bella,” racconta, “vedere così tante persone diverse, così tante storie uniche. Lì ho capito che ogni atleta è un mondo da scoprire.” Tra quegli incontri, tra quegli sguardi pieni di energia e determinazione, Carola ha trovato una conferma: la diversità non divide, arricchisce.

Carola Semperboni è così: una ragazza che non smette mai di sognare, che affronta la vita con il sorriso e che crede in un futuro dove le barriere non sono muri, ma ponti da attraversare insieme.

 “Ringrazio Carola Semperboni per la disponibilità e per aver condiviso con i lettori di Abileconte.it un prezioso frammento del suo mondo.”

Guardami negli occhi perché li c’è il ragazzo che sono davvero

Quando mi incontri, ti chiedo una cosa semplice: guardami negli occhi.
Lì troverai il ragazzo che sono davvero.
Non un’etichetta, non una condizione, non un limite.
Troverai la mia storia, la mia forza, e anche la mia fragilità.

L’inclusione inizia da qui: da uno sguardo che vede la persona, non la disabilità.
E forse, se ci fermiamo un attimo in più a guardarci negli occhi, scopriremo che non siamo poi così diversi.